La bellezza delle cose fragili – Taiye Selasi

I ghanesi Fola e Kweku si incontrano negli Stati Uniti, si innamorano e si sposano. Lei si dedica ai quattro figli, lui alla carriera di medico chirurgo. Dopo un periodo di ristrettezze riescono a conquistare una certa agiatezza. Fino a quando nelle loro vite irrompe il dramma. L’uomo viene ingiustamente licenziato dall’ospedale in cui lavora e per la vergogna non fa più ritorno a casa. La famiglia finisce per sgretolarsi e disperdersi. Al funerale del padre, morto per infarto in Ghana, dove era tornato a vivere con la seconda moglie, tutti si ritrovano e cercano di risanare le antiche ferite. Il primogenito Olu, divenuto anch’egli medico, e i gemelli Taiwo e Kehinde. La prima, bellissima, aveva dato scandalo per la sua relazione con il preside dell’università; il secondo, artista affermato a Londra, le cui cicatrici ai polsi tradivano il suo male di vivere. E poi la piccola Sadie, rimasta a vivere con la madre, studentessa brillante affetta da bulimia. Le “cose fragili” sono i rapporti tra le persone che rischiano di andare in frantumi anche quando si basano su legami di sangue. Tutto è più complicato per chi non ha solide radici, per tutti quegli “afropolitan”, immigrati africani dell’ultima generazione, non di rado studenti preparati e bravi professionisti, che, lontani dalla famiglia e dal paese d’origine, senza una “galleria di ritratti” a cui fare riferimento, faticano a costruirsi una solida immagine di sé.

Taiye Selasi La bellezza delle cose fragili, Torino, Einaudi, 2013, 235 pp.,

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