Il calore del sangue – Irène Némirovsky

Un villaggio rurale al centro della Francia di inizio Novecento. Sylvestre, detto Silvio, si ritira ormai vecchio, povero e scapolo su questa terra “schiva, selvatica e diffidente” dopo aver sperperato la sua eredità ai quattro angoli del pianeta. E’ lui il narratore e testimone nella vita dei cugini Erard, i coniugi Francois e Hélène, legati da un amore coniugale placido e tranquillo, e della loro figlia Colette, dal temperamento più focoso. Una terra perennemente spazzata da un vento freddo che sembra contrastare con il calore di passioni consumate in segreto, talvolta così estreme da arrivare all’omicidio.  Silvio ha così modo di rivivere la sua giovinezza, e una passione bruciante che sembrava ormai sopita: “Chi non ha visto un fuoco simile deformare e piegare inaspettatamente la sua vita, in un senso opposto a quella che è la sua natura autentica?”

Irène Némirorsky, Il calore del sangue, Milano, Adelphi, 2008, pp. 155.