L'anima libera è rara, ma quando la vedi la riconosci, soprattutto perché provi un senso di benessere quando gli sei vicino. Charles Bukowski

XX anniversario della strage di Capaci: PER NON DIMENTICARE

 


“Gli uomini passano, le idee restano. Restano le loro tensioni morali e continueranno a camminare sulle gambe di altri uomini”.
Giovanni Falcone (18 maggio 1939- 23 maggio 1992)

Il 23 maggio 1992, un jet del SISDE trasporta il magistrato dall’aeroporto di Ciampino allo scalo palermitano di Punta Raisi; durante il successivo tragitto verso la città, all’altezza dello svincolo autostradale di Capaci, sull’autostrada A29, alle ore 16.58 un ordigno di potenza inaudita travolge la Fiat Croma blindata su cui viaggia il giudice e le due auto della scorta: perdono la vita Giovanni Falcone, sua moglie Francesca Morvillo e gli agenti Rocco Di Cillo, Vito Schifani, Antonio Montinaro.

“[…] Ci è stato insegnato di rispettare i magistrati, e ci è stato insegnato anche di rispettare le leggi e di non dimenticare mai che dobbiamo proteggere coloro che ricevono offesa.E ci è stato anche insegnato di rispettare quelle leggi non scritte che risiedono nell’universale sentimento di ciò che è giusto e di ciò che è buon senso.
Qui ad Atene noi facciamo così”.
(Discorso di Pericle agli Ateniesi, 461 a.C.)

In Italia, troppo spesso, NON facciamo così. In particolare, noi NON DIMENTICHIAMO che, il 23 maggio e il 19 luglio 1992, NON SI FECE COSI’. Non solo non si rispettarono i Magistrati ma, cosa ancor più imperdonabile, si lasciarono
SOLI gli UOMINI!

“Chi tace e chi piega la testa muore ogni volta che lo fa, chi parla e chi cammina a testa alta muore una volta sola”.
Giovanni Falcone