spesa sfusa spina verdura frutta bio
Ci sono piccole abitudini che ti migliorano la vita e l’umore. Gesti semplici che illuminano anche le giornate più grigie. Una di queste, per me, è la spesa sfusa.
Sarà che i miei hanno fatto un buon lavoro insegnandomi il rispetto nei confronti di ciò che portiamo in tavola. Sarà che da sempre apprezzo il buon cibo e che ho finalmente trovato un mio equilibrio.

Sarà l’insieme di tutti questi fattori a farmi amare i sabati mattina lenti in cui, fra le altre cose,  riesco a dedicarmi alla spesa al mercato. Il regno delle borse di plastica, lo ammetto. Ma qui nessuno si stranisce quando mi vedono arrivare con le mie buste di stoffa che nel giro di qualche minuto si gonfiano per contenere tutte quelle prelibatezze.

Il Mercato 

Al mercato dell’Esquilino di Roma si trova un po’ di tutto: frutta e verdura, semi, spezie, cereali, legumi, frutta secca, olive e sottoli, prodotti etnici, asiatici ed esotici, carne, pesce, pizze al taglio, pane e derivati. Tutto sfuso e a prezzi davvero competitivi! Altro che supermercato. Il mio vero SUPER mercato è questo e si trova accanto all’ex Caserma Sani in zona piazza Vittorio Emanuele. Ogni mattina risuona di voci, profumi e colori. Ci sono gli agricoltori del Lazio ma anche rivenditori da tutto il mondo: India, Egitto e Bangladesh.

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Da quando vivo a Roma è diventato per me un punto di riferimento, la scelta è ampissima e mi ci sono affezionata. Il primo impatto è caotico, i rumori, le grida, i reclami per accaparrarsi un nuovo cliente. Ma in mezzo a tutto quel gran casino ci si conosce ormai e mi piace il rapporto confidenziale che si è creato con il mio fruttivendolo di fiducia. Una realtà un po’ provinciale, una pausa dalla grande città che mi fa sentire di casa.

Ci vado da prima di aver deciso (consapevolmente) di ridurre i miei rifiuti. Infatti inizialmente anche io infilavo la mia spesa nelle buste di plastica per poi travasare tutto nei barattoli di vetro una volta arrivata a casa. Se ci penso ora mi rendo conto dell’assurdità! Adesso faccio pure meno fatica: vado, mi faccio riempire direttamente i contenitori con riso, cereali, spezie e frutta secca. Pago e una volta a casa ci metto un attimo a riporre tutti i miei contenitori nella dispensa. Illogico non averci pensato prima in effetti 🙂

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Il negozio sfuso

Un’altra scoperta di cui ho già parlato sulla pagina Facebook e sul profilo Instagram riguarda un punto vendita dove è possibile fare la spesa alla spina.

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Esistono vari luoghi del genere esistono (alcuni esempi sono Bio al Sacco, alcuni Carrefour, Usosfuso, ecc). Sono sparsi un po’ in tutta Italia quindi basterà una ricerca mirata nella tua città per scoprire che le alternative esistono 🙂 Un punto di partenza può essere questa mappa, attiva lo zoom sulla tua città per scoprire dove acquistare sfuso.

A Roma mi rifornisco da Negozio Leggero, ce ne sono due nella Capitale e vari sparsi in tutta Italia. Non tratta ortaggi e frutti ma ha una gamma incredibile di cereali, legumi, saponi, cosmetici e materie prime ecobio per la cura del corpo, detersivi, tisane, spezie, pasta, riso di ogni tipo, biscotti, farine, frutta secca (e potrei continuare). La prima volta mi sembrava di sognare.

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Non è self service quindi funziona così: tutti i contenitori vanno disposti sul bancone per decidere cosa inserire dove. Le ragazze del negozio sono sempre molto gentili e devo dire che si respira un’atmosfera davvero rilassante. Un’esperienza da provare!

Questi sono i luoghi che frequento per la maggiore, le mie spese non sono enormi dovendo cucinare per me sola. Solitamente faccio scorta di prodotti con scadenza a lungo termine in modo da essere coperta per mesi.

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Il supermercato

Ci sono prodotti freschi che non acquisto ancora sfusi (perlopiù lo yogurt, che ho comunque in programma di iniziare ad autoprodurre). Per questo vado ancora al supermercato ogni tanto e se per emergenza capita di dover comprare lì anche frutta e verdura adotto lo stesso sistema del mercato: borsa di stoffa e via. Tema scottante che negli ultimi giorni sta facendo impazzire tutti gli italiani.

Queste sono le pratiche che ho messo in atto fino a pochi giorni fa:

  • Per alcuni frutti come banane, ananas, arance, kiwi e mele (ecc..) appiccico l’etichetta direttamente su un frutto, oppure riciclo una busta di quelle che porto sempre con me (carta o stoffa).
  • Se invece per qualche motivo ho dimenticato le mie buste di carta/stoffa e devo prendere quella di plastica ne prendo solo una (anche se scelgo prodotti differenti) e semplicemente attacco le diverse etichette sulla stessa borsina. 

Come saprai, dal 1 gennaio 2018, è entrata in vigore la legge che sostituisce le buste in plastica fornite dal supermercato con quelle biodegradabili e compostabili a pagamento (da 1 a 3 cent ciascuna). Sicuramente un passo in avanti che però non risolve il problema dal momento che in Italia l’applicazione di tale normativa prevede il divieto di utilizzo delle borsine riutilizzabili da portare con sé da casa. Per firmare la petizione contro questo ridicolo divieto – giustificato dal Ministero della Salute[1] in riferimento a motivi igienico sanitari (bah!) – bastano pochi secondi, clicca qui e segui le istruzioni.

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Basta sprechi

Infine vorrei aprire una parentesi per parlare di qualcosa che ho scoperto solo di recente a proposito dei baldacchini di fruttivendoli in strada.
Una volta che le bancarelle chiudono le serrande, in mezzo alla strada, si trova abbandonato di tutto. Tanta frutta e verdura viene dimenticata sul marciapiede. Questo succede ogni giorno, in ogni mercato, in ogni città d’Italia.
E così cibo ancora fresco e buono (magari solo un po’ ammaccato) diventa scarto, rifiuto, spreco!

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Questa è una parte del bottino che ho recuperato qualche tempo fa a fine marcato. Guardate questa foto: vi sembra immondizia?

P.S. Per scoprire altri passi da mettere subito in azione per ridurre la produzione dei propri rifiuti clicca qui 🙂


1. Secondo quanto riportato da una nota dell’ANSA.