I miei artigiani del cuore

Il futuro è artigiano

Dopo tutto il papiro sul “perché scegliere l’artigianato”, non potevo non pubblicare questa piccola rassegna dei miei ultimi acquisti artigianali. Quelli a cui, per ragioni diverse, sono più affezionata.

Così, giusto perché non si pensi che l’artigianato sia una cosa antica, da tradizionalisti noiosi. No! Oggi vi presento le mie creazioni preferite. Opere di persone diverse, per gusti, abilità, provenienza, età e sesso. Ma tutte accomunate da uno stesso tratto distintivo: la creatività e l’amore per il proprio sogno che prende forma e dona sorrisi.

La scelta è stata ardua, selezionarne solo cinque si è rivelata per me una vera e propria missione eppure, dopo lunghe riflessioni, sono giunta alla mia (personalissima) TOP 5.

1. Silvia Daniela Bijoux

Due amiche unite da una passione comune.

Nel centro di Ferrara ogni secondo e quarto sabato e domenica del mese c’è il Mercatino delle opere dell’ingegno dove, fra i tanti artisti locali che espongono le proprie creazioni, ci sono due amiche SilviaDaniela Bijoux che realizzano gioielli in varie tecniche.

Ciò che rende particolare ogni loro opera è l’unicità, non solo fra un pezzo e l’altro ma anche, ad esempio, fra una medesima coppia di orecchini! Silvia e Daniela utilizzano una tecnica che prevede l’impiego di resina bicomponente e carta riciclata, con l’aggiunta a volte di pietre dure: per questo ogni bijoux riprende un motivo (coerente) ma necessariamente diverso da quello del gemello (nel caso degli orecchini).

Questi gioielli sono realizzati interamente a mano con materiali atossici, privi di nickel. Sulla loro pagina Facebook è possibile farsi un’idea della varietà di pattern, forme e fantasie. Io la trovo una bellissima alternativa per un pensierino o al posto delle classiche bomboniere.

Per chi fosse interessato, Silvia e Daniela inviano i propri lavori anche via posta ma, ai fortunati che hanno la possibilità di passare per Ferrara (già la cittadina merita di per sé una visita) consiglio vivamente di fare un giro al Mercatino di artigianato in Piazza Trento Trieste che, due volte al mese, propone manufatti in ceramica, monili, ricami preziosi, lavori in legno, pitture ad olio, sculture, borse e cappellini fatti a mano, decorazioni in pasta di mais e tanto altro.

2. Gingembre Handmade Lab

Con lei è stato amore a prima vista.

Gilda è la modellista che ha dato vita al laboratorio artigianale che prende il nome di  Gingembre (se volete sapere perché si chiama così curiosate il suo profilo sui social).

È una di quelle persone in grado di colpirti e farti innamorare non solo delle sue creazioni ma anche di tutto quello che ruota attorno ad esse. Dall’ideazione, passando per il processo di realizzazione, fino al risultato (impeccabile).

Dietro ai suoi capi cuciti su misura si cela una grande passione e lo si può notare da ogni rifinitura. La sua specialità sono i ricami ma non solo: da lei ho acquistato questa gonna midi a vita alta in tessuto stampato, 100% cotone dalla fantasia geometrica ghanese. La cura meticolosa con cui è stato confezionato questo lavoro è incredibile. Per non parlare poi di come Gilda incarta le sue opere: nulla è lasciato al caso e ogni dettaglio ha un significato.

Se acquistate un capo Gingembre aspettatevi precisione, gentilezza e rapidità. Io consiglio anche solo di seguirla sui suoi canali social perché con la sua delicatezza sa come regalare un sorriso a chi – almeno virtualmente – sceglie di far parte del suo mondo.

3. Prosack and co

Un progetto di riciclo creativo è quello a cui ha dato vita Francesca di Prosack and co.

Lei è una mia amica ma questo non significa che io sia di parte perché basta uno sguardo alle sue creazioni per capire che dietro ai suoi lavori si cela un grande talento.

A rendere speciali questi pezzi unici di artigianato sono i materiali: tessuto 100% cotone, carta riciclata da copertine delle riviste, scampoli ricavati dalle classiche tovaglie plastificate antimacchia.

Non solo buste, beauty e pratiche pochette da portare sempre con sé ma anche portafogli, piccoli portamonete, borse, zaini, foulard, porta-tessere e custodie per il passaporto. Il tutto rigorosamente realizzato a mano, con la sua super macchina da cucire Pfaff (che mi sento in dovere di citare perché ne va molto fiera).

Mi piace sia per l’originalità dei pattern che sono pressoché infiniti: ce n’è davvero per tutti i gusti, ma anche per il fatto che, a partire da materiali semplici ma di qualità e/o riciclati, riesce a dare vita a qualcosa di nuovo, utile e ben fatto.

La trovate fisicamente nei mercatini locali della zona dell’Alto Garda, oppure virtualmente tramite Facebook. Lavora anche su commissione nel caso qualcuno voglia richiedere un prodotto super personalizzato.

4. Porro Gioielli

In via Salaria a Roma, c’è una gioielleria storica, a conduzione famigliare che fonde qualità ed esperienza per dare forma ai desideri delle persone che varcano la loro soglia.

I proprietari sono una coppia di anziani signori con i loro figli, che hanno fatto davvero di tutto per accontentarci.

L’ho scoperta quando, finita l’Università, prima di separarmi dalle due amiche con cui ho condiviso il percorso (eravamo tutte e tre studentesse fuori sede) abbiamo deciso di regalarci un amuleto da portare sempre con noi in memoria dei bei tempi trascorsi assieme.

Così ci siamo recate nella gioielleria Porro dove Raffaele e moglie si sono rivelati due padroni di casa disponibili e sorridenti. Ci hanno illustrato con molta chiarezza le differenze in base al materiale, le dimensioni, lo spessore e la grafica. Sì, perché sul nostro charm in argento abbiamo voluto incidere da un lato il logo della dea Minerva** (simbolo dell’Università la Sapienza, che ho da poco scoperto essere protettrice degli artigiani 🙂 ) e sul retro un messaggio in latino: AD MAIORA SEMPER, nella speranza che possa essere di buon auspicio.

La gioielleria è munita di un laboratorio orafo dove vengono forgiati capolavori esclusivi, curati in ogni minimo dettaglio. Collane, bracciali, orecchini e addirittura anelli su misura sono solo alcuni dei manufatti che è possibile commissionare.

Per un gioiello unico, il cui disegno rispecchi esigenze specifiche, consiglio di rivolgersi a loro. L’accoglienza sarà delle migliori e il prodotto finito non deluderà le aspettative.

5. Artigianato greco

Infine un paragrafo a sé vorrei dedicarlo a due pezzi che ho portato con me da un recente viaggio in Grecia.

La capitale greca è tutto un brulicare di stradine ciottolose, piccole e tortuose che si diffondono come rami di un albero in tutte le direzioni. I mercatini, i negozi artigianali e le bancarelle sono allestite in ogni angolo della città ed è davvero impossibile non rimanere affascinati dall’energia che si avverte.

Oltre a consigliare la Grecia come meta turistica, per chi avesse intenzione di fermarsi ad Atene è d’obbligo dare un’occhiata alle bancarelle dietro a Piazza di Monastiraki, appena sotto all’Acropoli. Qui ho incontrato un artigiano “specializzato in orecchini blu”. Erano tutti (ma proprio tutti) blu, tutti uguali eppure ognuno incomparabile poiché di un tono leggermente diverso.

Grazie ad un processo di ossidazione del materiale impiegato l’artista mi ha infatti spiegato che, con il tempo, ognuno dei suoi gioielli si trasforma fino a cambiare sfumatura. I miei tendono al celeste ma davvero io non ho mai visto così tante gradazioni di blu tutte insieme: da quello elettrico, al ceruleo; dal blu di ciano al cobalto; dall’oltremare al blu zaffiro fino all’azzurro carta da zucchero. Tutti intessuti con scaglie dorate riprese anche dal colore del metallo che ne costituisce la base e che forma la monachella da inserire nel lobo. Una meraviglia per gli occhi. Non potevo non portare con me un gioiello simile, capace nella sua ripetitività di riflettere tanta personalità (non vi dico la difficoltà nel dover scegliere solo una di quelle tonalità, così simili eppure diversissime fra loro!).

Nel meraviglioso e alternativo quartiere Psiri invece c’è un minuscolo negozio di giovanissimi artigiani che realizzano oggetti fra i più svariati. Il filo di Arianna che li lega è il materiale impiegato: il cuoio.

Purtroppo non ricordo il nome della bottega ma girovagando per il quartiere basterà un po’ di attenzione per notarlo. All’interno del locale, poco più di una stanzetta, c’è un banco di lavoro sommerso dagli arnesi del mestiere, scampoli e trucioli di cuoio. Fra i manufatti in vendita zainetti, portafogli, portaocchiali, bustine, portachiavi realizzati con gli scarti del cuoio. Davvero una bella sorpresa! Che dire, anche qui la gentilezza fa da padrona. Chissà perché chi realizza oggetti handmade è sempre così cordiale.

Da buona lettrice mi sono innamorata dei loro segnalibri e ne ho acquistato uno raffigurante Bisce d’acqua II di Klimt: uno dei miei quadri preferiti del pittore viennese. Un oggetto che ho già sfruttato tantissimo: finalmente non mi ritrovo ad infarcire i libri con fogli, involucri delle bustine di tè e qualsiasi altro oggetto piatto mi capiti a tiro quando leggo!

*Lo aveva già indovinato il visionario Philip Dick.

** Curiosità: secondo una leggenda metropolitana, tutti gli studenti che osano contemplare lo sguardo della Minerva vengono bocciati all’esame successivo. Io non sono superstiziosa ma per precauzione non ci ho mai provato!