norme che regolano ambiente

Oggi giochiamo in casa e parliamo di uno dei principali attori sul tema dell’emergenza climatica: l’Unione Europea e il suo ambizioso piano per il futuro: il Green Deal. 

In questa puntata della rubrica Diritto e Ambiente, la giurista Martiasole Forlani*, ci spiega tutto quello che c’è da sapere sul “Patto verde” lanciato dall’UE.

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L’UE è l’unica organizzazione non statale che può produrre norme vincolanti per gli Stati

Chi? 

L’Unione Europea, che si attesta come uno dei poli più importanti al mondo per la tutela dell’ambiente. È bene ricordare che l’UE, grazie alla propria struttura, è l’unica organizzazione non statale in grado di produrre norme vincolanti per gli Stati Membri. Anche le Nazioni Unite sono impegnate nella battaglia all’inquinamento, ma trattandosi di un’organizzazione internazionale e non sovranazionale come nel caso dell’UE, ha poteri meno incisivi rispetto ai comportamenti dei singoli Stati. 

Cosa? 

L’European Green Deal – in italiano “L’Accordo verde europeo” – è un programma proposto dalla Commissione Europea nel 2019 per tenere fede agli impegni assunti a Parigi nel 2015 e, più in generale, per ridurre l’inquinamento ambientale. La proposta arriva dopo poco tempo dall’insediamento della nuova Commissione, guidata da Ursula von der Leyen. 

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Ursula von der Leyen,  Presidente della Commissione Europea dal 1º dicembre 2019.

Il Green Deal europeo consiste in tre concrete azioni che dovranno essere intraprese dall’Unione entro il 2050. L’obiettivo finale è quello di rendere l’Europa il primo continente a “impatto zero” in termini di emissioni ed inquinamento. Gli obiettivi da raggiungere secondo la nuova Commissione sono quattro:

  1. arrivare ad un livello di inquinamento pari a zero,
  2. rendere l’energia sicura ed accessibile a tutti,
  3. migliorare il settore dei trasporti,
  4. permettere ai cittadini UE di consumare cibo di alta qualità. 

L’iniziativa della Commissione sembra, tra le altre cose, rispondere ad una preoccupazione fortemente percepita dai cittadini europei, dato che il 93% considera il cambiamento climatico un serio problema. 

I settori su cui si stima insisteranno i maggiori cambiamenti sono: l’energia, l’edilizia, l’industria ed il settore della mobilità. Per quanto riguarda l’energia, l’obiettivo sarebbe quello di incrementare le forniture ottenute da fonti non inquinante, riducendo di conseguenza l’emissione di gas serra. Rispetto all’edilizia, invece, l’obiettivo dell’UE è quello di rendere le nuove tecniche di costruzione più efficienti, in modo tale da ridurre lo spreco di energia nelle case degli europei, dando anche un netto taglio alle bollette. Parlando di industria, invece, lo sforzo sarà nella direzione di innovare le attività produttive, spingendole ad impiegare una quantità maggiore di materiale riciclato. Infine, in termini di mobilità, si cercherà di offrire un servizio di trasporto pubblico più economico e più pulito. 

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L’obiettivo è rendere l’Europa il primo continente a “impatto zero” in termini di emissioni ed inquinamento

Secondo le proiezioni della Commissione, tutti i cittadini europei guadagneranno dall’attuazione di regole più verdi: dal miglioramento della salute, a quello del trasporto pubblico, dalla presenza di negozi più amici dell’ambiente all’uso di meno pesticidi e meno fertilizzanti. 

L’Unione Europea non è, tuttavia, nuova a questo genere di iniziative. Si considera, infatti, il leader mondiale del settore, dal momento che rappresenta la maggiore economia mondiale con una legislazione ampiamente dedicata all’inquinamento. 

L’UE, infatti, ha iniziato a preoccuparsi del problema diversi anni addietro, riuscendo a tagliare le emissioni del 23% dal 1990 al 2018. L’Unione prevede di utilizzare il proprio peso diplomatico per incoraggiare altri Stati a seguire il suo esempio. Per questo motivo, essa lavorerà con gli Stati africani su temi ambientali e cercherà di rendere più coinvolti da queste tematiche i membri del G20. Infine, l’UE prevede di progettare un Deal per i Balcani occidentali che rispecchi quello dell’Unione, nonché collaborare con i Caraibi, l’America Latina ed i Paesi del Pacifico al fine di trovare degli accordi per la riduzione dell’inquinamento. 

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L’UE prevede di utilizzare il proprio peso diplomatico per incoraggiare altri Stati a seguire il suo esempio

La sfida più grande rispetto al progetto è indubbiamente quella economica. Spesso, infatti, una regolamentazione più rispettosa dell’ambiente viene interpretata come nemica dello sviluppo. Tuttavia, non è detto che per aiutare l’ambiente si debba sacrificare la produttività, anzi. A fronte della diminuzione di emissioni del 23% vista sopra, l’Unione è riuscita, in poco meno di trent’anni, a vivere una crescita pari al 61%. È chiaro che, per poter mantenere un alto livello di produttività e, allo stesso tempo, ridurre l’inquinamento, sono necessari due elementi essenziali: l’innovazione e l’investimento. commissione europeaInfatti, senza fondi per riorganizzare il sistema produttivo in maniera meno inquinante è molto difficile che un’impresa, da sola, magari di medie dimensioni, possa riconvertire la sua intera produzione. Questo porta, nella maggior parte dei casi, alla chiusura delle industrie, a tagli enormi ai posti di lavoro e ad un aumento della povertà complessiva. La Commissione, ben conscia dei rischi di un progetto green che non tenga conto delle implicazioni economiche ad esso connesse, ha previsto diversi strumenti per aiutare gli Stati membri e le loro imprese a riconvertirsi. La previsione è di stanziare 100 miliardi per aiutare gli Stati e di fornire assistenza tecnica alle imprese che dovranno apportare delle modifiche al loro sistema produttivo. Secondo le previsioni della Commissione, il Green Deal non solo non comporterà tagli ai posti di lavoro, ma, anzi, ne creerà di nuovi. Uno degli obiettivi del pacchetto è, infatti, quello di garantire una transizione dalla fase attuale a quella verde “Senza lasciare indietro nessuno.” 

Dove? 

In tutta l’Unione Europea. 

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A chi è rivolto?

Il programma è stato pensato dalla Commissione per essere rivolto agli Stati Membri. Saranno questi a doversi adeguare alla normativa UE, attraverso leggi di attuazione in caso di Direttive, oppure semplicemente eseguendo quanto previsto nei Regolamenti, direttamente applicabili all’interno dei singoli Stati. 

Quando? 

Il pacchetto di iniziative che costituisce il Deal è stato pensato per essere attuato entro il 2050; si tratta, quindi, di un arco temporale molto esteso. 

Perché? 

L’Unione Europea sa di giocare un ruolo fondamentale nel settore ambientale per svariate ragioni. In primo luogo, come anticipato, si tratta di una grande economia che ha deciso di affrontare il problema ambientale con forza, a differenza di altre che si dimostrano molto più caute sul tema. In secondo luogo, l’Unione vanta buone relazioni diplomatiche con molti Stati extra europei, che potrebbero essere indotti dalla stessa a discutere dei problemi ambientali e a prendere provvedimenti al riguardo.

È efficace?

È ancora troppo presto per poter testare l’efficacia del pacchetto appena lanciato dalla Commissione. I prossimi anni saranno cruciali per verificare se gli Stati Membri siano effettivamente pronti ad affrontare il problema ambientale tutti uniti. 

Perché dovrebbe interessarmi? 

L’Unione Europea è il contesto in cui viviamo. Siamo spesso portati a considerarla come qualcosa di lontano, che poco influisce sulla nostra vita quotidiana. Ebbene, non è così. Ogni volta che entriamo in un supermercato per acquistare il cibo che cucineremo per cena, ci imbattiamo nell’Unione Europea. Infatti, tutta la normativa riguardante la qualità ed i controlli cui gli alimenti devono essere sottoposti, proviene dall’UE. Ogni volta che accendiamo la luce in casa, ugualmente, ci imbattiamo nell’Unione Europea: interi dipartimenti a Bruxelles si occupano di verificare come diminuire il costo del consumo per l’energia dei cittadini europei. E così via in tanti altri ambiti. Conoscere il contesto in cui si vive è sempre fondamentale per poter sviluppare un pensiero critico e maturo, non mutuato dallo scontro politico o dal dibattito televisivo.

Un altro motivo per cui il Green deal dovrebbe interessarci è che, quando sarà attuato, avrà un impatto su tutti noi. Se, come previsto, l’aria sarà meno inquinata, l’uso della plastica sarà ridotto e le imprese inizieranno ad utilizzare materiali riciclati, potremo certamente percepire i frutti del programma. 

Quali sono gli sviluppi più recenti? 

Il Green Deal è, in sé, lo sviluppo più recente delle politiche ambientali europee. 

Cosa concludo?

L’UE stanzierà 100 miliardi per aiutare gli Stati membri

Il Green Deal europeo è un ambizioso progetto della Commissione pensato per ridurre l’inquinamento e migliorare la vita dei cittadini europei. La Commissione, ben conscia dei costi che il progetto comporterà, ha già stanziato dei fondi a sostegno di Stati ed imprese. Non ci rimane, quindi, che attendere, con la speranza di poter presto brindare (senza cannucce e bicchieri di plastica) ad un altro risultato raggiunto grazie alla cooperazione di tutti i membri dell’UE.

Fonti

* Giurista specializzata in Diritto pubblico Internazionale

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