“Ti vengo a prendere io” un giorno incontrerete la vostra persona

Un giorno incontrerete qualcuno che vi aspetterà sotto casa alle 9:30, “ti vengo a prendere io”.

Salirete in macchina, toglierete l’imbarazzo dell’ammaliare e dello scrutarsi costringendo l’attenzione sulla strada da fare.

Metterete la prima, via il piede dal freno. Farete la spesa, chiederete che cosa sia la sua cosa preferita, tenendo ben in mente le cose che più ci piacciono per tornare un giorno e riprenderle: “l’ho visto ed ho subito pensato a te.”

Tornerete a casa a giocare a nomi, cose ed animali: litigherete per il punteggio, scriverete la sua iniziale nella casella delle cose da non voler dimenticare.

Vi scarterete un bacio sul divano, preso da sotto al cuscino, scriverete “dimmi quando torni a casa”.

Toglierete il navigatore, finirete a ricordarvi a memoria che al semaforo dovrete girare a sinistra, ed alla rotonda a destra.

Un sera sentirete il campanello suonare, “apri, sono qui”, scenderete le scale col disordine dei capelli e le mani che tremano ad accarezzarne i suoi.

Scoprirete che l’amore conosce strani mezzi di comunicazione e nuovi spazi da imparare ad incastrare. Starete scomodi a dormire da soli, in due sarà meglio: ci si perdona.

Comincerete a parlare con un vocabolario tutto vostro, conoscendo il limite di tutte quelle parole che non sanno abbracciare completamente un sentimento; inizierete ad avvertire.

Vi sembrerà di non aver pienamente vissuto se non prima di certi momenti, se non prima di “tutto questo, tutto questo con te.”

Saprete di avere una mano perché ve la tiene, di avere un neo nascosto per tutte le dita che ci passerà sopra.

Vi sembrerà di non saper più vedere strade e piazze se non assieme, comincerete a saper il plurale delle cose. In due è meglio.

Saprete prendervi in giro, risolvere, avvertirete il peso delle parole non dette, l’importanza della condivisione che spezza le insicurezze e le timidezze.

Berrete del vino, scoprirete che le carezze sui graffi si sentono di più, la leggerezza di sentirsi ancora bene.

Penserete di non meritarvi niente di tutto questo, zittirete i dubbi e le confessioni per un amore da coniugare senza condizionali.

Chiuderete gli occhi per vedere meglio, ne sentirete l’esistenza delicata in tutte le cose che vivrete. Scenderete a compromessi perché a volte l’amore non è abbastanza.

Avrete paura di stancarvi, di dir basta, di sentirvelo dire o spererete che il suo coraggio possa valer per entrambi.

Metterete in pausa, vi esternerete: sarete più oggettivi, pragmatici, degli analisti della felicità.

Vi chiederete perché a piangere per la contentezza e per il dolore scendano le stesse lacrime. Inizierete a veder sempre le stesse corrodere il viso.

Proverete ad alzare un muro che possa dividere asetticamente “io” e “te”: vi innamorerete anche del suo modo di guardarlo.

Avrete paura di farvi del male, soppeserete sul palmo delle mani l’intensità di un’ipotetica fine, di una scadenza imminente, solo posticipata.

Non potrete continuare. Continuerete. Vi chiederete quando davvero ne vale la pena, vi interrogherete sul perché si resti.

Tornerete sulle vostre convinzioni, vestirete panni non vostri, vi nasconderete sotto le coperte per attutire la chiarezza degli sbagli. Cercherete di trovare una logica, una giustificazione, qualcosa di sensato: non vi rimarrà altro che il suo nome.

Certe cose vanno come devono andare ed inizierete a correre lontano dal resto. Ricomincerete da un addio invano, che sa di niente, che non avreste mai voluto dire.

Sorriderete davanti ad un piatto di pasta che manca di sale, penserete ai momenti trascorsi come qualcosa sui quali poterci ridere su; negarsi non serve a niente.

Vi aspetterete, andrete oltre al corretto ed al giusto, alle cose necessarie da fare. Ripenserete al perché abbiate detto di Sì all’inizio, a scatola chiusa.

Finirete per pensare a tutto quello che vi ha portato a non voler dir di No. Sì, ed ancora sì. Più di ieri, sì. Sì.

Penserete che un amore del genere non possa valere niente ma che invece, alla fine, vale proprio più di tutto. Che è un po’ proprio l’amore che ho io.

Andrea Perticaroli, Ti vengo a prendere io.

 

 

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Ti vengo a prendere io
Christiana Rivers

Ti vengo a prendere io

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